Adriana, questa mattina 14 aprile 2024 – III Domenica della Pasqua del Signore -, é tornata alla Casa del Padre. Adriana era straconosciuta in particolare nella Parrocchia di S.Antonio, fervente animatrice da almeno cinquant’anni del Gruppo Missionario.
E’ stata anche catechista e membro per tanti anni del Consiglio Pastorale. La ricordo quando in modo molto artigianale, quasi fanciullesco, preparava i suoi manifesti missionari che finivano attaccati alla bacheca dell’Oratorio… Eppure attiravano l’attenzione quei collage di foto e testi scritti a mano che distribuivano avvisi sempre orientati a far conoscere e diffondere la cultura Missionaria.
Adriana spesso si poteva incontrare nel nostro quartiere di via Chiusure. Di frequente si recava dalle persone malate, dagli anziani, dai bisognosi per portare una parola di conforto e di aiuto spirituale. La ricordo negli anni ’70 quando insieme a una suora comboniana, la mitica suor Gioacchina da Rovereto, si impegnò a far nascere in parrocchia il Gruppo Missionario nel quale coinvolse anche parecchi giovani.
Cara Adriana nella tua vita hai fatto tanto bene a tutti e Gesù, senza dirti niente, sorridendoti ti abbraccerà e ti terrà con se’.
Era proprio quello che tu desideravi tanto. Ciao e grazie infinite per la tua sincera testimonianza di questi anni!
I funerali sono martedì 16 aprile alle 10.30 nella parrocchia di Sant’Antonio.
Nella foto 1, un momento sereno e di convivialita’ di Adriana nel 1992
Nella foto 2. Nel 1985 con Suor Gioacchina Comboniana promotrice del Gruppo Missionario Sant’Antonio
Oggi, Martedi 16 Aprile 2024 abbiamo salutato la nostra Adriana nella chiesa di S.Antonio. Tanta gente ha partecipato all’ultimo saluto: tanti sacerdoti e tanti delle nostre Comunità pastorali. Molta commozione, molti i ricordi di una persona umile che amava le cose semplici, i piccoli doni di ogni giorno. Adriana ha saputo con naturalezza e umanità intrecciare relazioni umane, amicizie salde e forti nel tempo. L’ha ricordata con grande affetto d. Gianluca Mangeri che per qualche anno é stato presbitero presso di noi. Rimane non solo il ricordo ma l’eredità di Adriana che, come ha detto d. Agostino, ci deve spronare tutti a continuare sulla strada della nostra sorella che poi non é altro che quella del Vangelo che Adriana ha fatto entrare con tanta disponibilità nella propria vita.
VIVERE E’ SEMPRE MERAVIGLIOSO!
OMELIA di don Ganluca Mangeri per le esequie di Adriana Magnani. 16 aprile 2024
“Sarai un piccolo Francesco per le strade del mondo” così, con questa frase Adriana, concludeva un suo ritiro spirituale con il padre gesuita Tomaso Beck, grande persona, come lo definiva. Adriana dopo questo ritiro ha iniziato la sua avventura come “Piccolo Francesco”.
Cosa aveva assunto di San Francesco? L’amore e la gioia per le cose piccole e semplici. Una caratteristica dei grandi nella fede. Ho trovato una sua frase in cui scrive: “Niente è più grande delle piccole cose. Sono le piccole cose a cambiare il mondo”.
Adriana amava le cose piccole e ne traeva una grande gioia: un tramonto, i suoi colori ad esempio, il gioco delle luci e delle nuvole. Era capace di stupirsi e di gioire per il canto del suo canarino di cui apprezzava la compagnia. La meraviglia ed il gioire per le piccole cose era parte della sua vita.
Adriana gioiva anche per i piccoli gesti di affetto. Per una cartolina. Per una lettera come l’ultima lettera ricevuta per Pasqua dal Vescovo Luciano Monari, con il quale aveva una fitta corrispondenza. Quanta gioia e consolazione la lettera di Monari le ha dato: già solo sentendo l’inizio: “Carissima Adriana…”, gli si illuminavano gli occhi.
Il nostro piccolo Francesco, dal Santo d’Assisi aveva assunto anche l’amore ai piccoli e ai poveri. Un amore viscerale nel vero senso della parola. Se sapeva che c’era un ammalato, una persona che stava soffrendo lei soffriva con lei, si faceva carico del suo dolore…
I suoi primi piccoli sono stati i suoi genitori anziani che ha voluto assistere personalmente fino all’ultimo istante della loro vita.
Una volta accompagnati i genitori si è messa a disposizione per l’affido di bambini. Un giorno l’hanno chiamata dicendole: “Signora abbiamo due fratelli che sarebbe un peccato separare. Sarebbe disponibile?”. Adriana ha accettato e per diversi anni si è fatta carico della crescita dei “suoi” due piccoli.
I piccoli sono state per lei le persone anziane e sole della parrocchia alla quali teneva compagnia. Le sue “nonnine” come lei le chiamava.
Poi i suoi piccoli del catechismo. Lei teneva sempre i bambini della prima elementare, che la adoravano. Sapeva come attrarli anche con i suoi regalini. Arrivava al catechismo con la sporta piena di macchinine, bamboline, i giocattolini…
Poi i piccoli a distanza: i bambini delle missioni. “L’infanzia missionaria” le passava il cuore, la sofferenza dei piccoli in missione la angustiava. Teneva infatti moltissimo all’Epifania, per lei era una delle feste più sentita, non solo perché i Magi sono i primi missionari, ma anche perché era la “Giornata dell’infanzia missionaria” e c’era il mercatino per aiutare i suoi bambini poveri a sorridere.
L’amore per i piccoli ed poveri nelle missioni l’ha spinta ad un forte impegno missionario. Adriana è stata una grande animatrice all’interno del gruppo missionario della parrocchia di S. Antonio e nell’Unità Pastorale con i mercatini, con la sensibilizzazione attraverso i suoi cartelloni. Il suo era un cuore missionario. Per le missioni si privava di qualcosa che le piaceva per poi fare l’offerta. Sempre di tasca propria. Era convinta e viveva di quello che diceva padre Giulio Bevilacqua: “Le idee non valgono per quel che rendono, ma per quel che costano”. Adriana ci metteva sempre del suo, sottraendolo alla sua povera e misera pensione. Lei prendeva una pensione poverissima, pagava l’affitto con più della metà e poi il resto era per le missioni. Ma per aumentare la cifra da destinare sottraeva qualcosa alla mensa e non ha mai fatto una spesa superflua. Finchè ha potuto ha mantenuto un servizio al centro missionario diocesano, tutti i martedì. Per lei era un servizio che la teneva in contatto con la rete dei missionari bresciani “fidei donum” bresciani sparsi per il mondo: li che conosceva tutti direttamente o indirettamente e da tutti era apprezzata. Molto forte era anche il suo legame con i missionari comboniani.
Al “piccolo Francesco” stava a cuore un elemento fondamentale ed essenziale della vita cristiana: il Pane. Il pane con la P maiuscola, il Pane della Vita di cui abbiamo sentito parlare nel Vangelo appena proclamato. “Io sono il Pane della vita chi viene a me non avrà più fame…” (Gv 6, 35). Lei amava nutrirsi di questo Pane. Per lei la Messa era un appuntamento irrinunciabile, la fonte della sua incredibile energia missionaria. Quanto le sono costate le ultime messe, anche solo a scendere e salire le scale per arrivare in Chiesa e incontrarsi con il Signore, per affidarsi a Lui.
Il nostro piccolo Francesco viveva dell’affidamento a Dio. “Signore nelle tue mani affido il mio spirito”, abbiamo ripetuto nel salmo. Questo era anche il ritornello della sua vita. Era questo che l’aiutava a superare il suo temperamento ansioso. Adriana era consapevole di essere ansiosa. Non era semplice per lei affidarsi, ma era solo questo sentirsi nelle mani di Dio che le metteva pace. Anche quando la sua salute ha iniziato a vacillare il suo è stato un affidamento incessante allo Spirito Santo per vincere l’ansia, la paura e l’angoscia che la malattia le portava. La sua preghiera appena sveglia era la Sequenza allo Spirito Santo: “Vieni Santo Spirito manda a noi dal Cielo un raggio della tu luce. Vieni padre dei Poveri…”. E quando diceva “Vieni padre dei poveri” aggiungeva: “la prima dei quali sono io”. Povera in spirito, leggera perché libera da ciò che ingombra e appesantisce. Totalmente abbandonata alle mani di Dio.
Affidamento a Dio e a sua Madre, a Maria, alla Madonna. Ripeteva fiera queste parole del servo di Dio don Silvio Galli, che lei aveva conosciuto bene: “Adriana la Madonna ti vuole bene”. E lei ne era consapevole e ha contraccambiato amore con amore. In questi ultimi anni invocava molto la Madonna di Loreto. Pregava davanti al suo quadretto. Lo stesso che si era fatto portare anche in ospedale e alla Domus Salutis
e che guardava con fiducia, con grande affidamento. Qualche giorno fa, con un filo di voce, l’ho sentita dire: “La Madonna di Loreto mi ha fatto tante grazie”.
Un percorso quello nel nostro piccolo Francesco straordinario, dove c’è tutta l’essenza del cristianesimo. Un compendio concreto di cosa vuol dire “amore a Dio e amore al prossimo. Un vangelo vissuto “sine glossa”, come diceva Francesco d’Assisi, senza commento. Semplicemente Vangelo. In una delle sue delle sue frasi così trovo scritto: “Il quinto vangelo è la nostra testimonianza”. Adriana con la sua vita ci invita ad essere il “quinto vangelo” come lei ha cercato di esserlo.
Vorrei concludere con una frase dell’alfabeto di Adriana. Con alcuni amici, nei nostri incontri, abbiamo raccolto delle sue frasi partendo dalle lettere dell’alfabeto, alla lettera “V” Adriana ha detto questa frase: “Vivere è sempre meraviglioso”. Qui c’è tutta Adriana. È quello che ci consegna: l’amore alla vita sempre, in tutte le circostanze, anche le più dure. “Vivere è sempre meraviglioso”. Il nostro piccolo Francesco con la sua vita meravigliosa, con il suo stupore per le piccole cose e con il suo amore ai piccoli ci ha tracciato, segnato e indicato la via per vivere meravigliosamente.
d. Gianluca Mangeri – Cappellano della Poliambulanza di Brescia