
Ivonne Gazzoli
Continuiamo a trattare il tema del volontariato. Il supporto da parte dei volontari e volontarie è la linfa vitale per le attività dei nostri oratori e di tutti i più diversi ambiti in cui la comunità è attiva. Sono i volontari che aprono e allestiscono le chiese per le celebrazioni, volontari i catechisti e chi Vita comunitaria si occupa delle letture durante le messe così come i coristi e coriste che contribuiscono ad animare la liturgia. I volontari sostengono negli oratori le attività sportive e ricreative, così come le iniziative gastronomiche. I gruppi missionari e i gruppi Caritas sono organizzati da tante persone, volontari e volontarie. Ma cosa muove tutti questi cristiani all’opera?
Per scoprirlo in questo numero riportiamo l’intervista a Ivonne Gazzoli di Sant’Antonio che da tempo è attivamente presente nella sua parrocchia e ora nell’unità pastorale Giulio Bevilacqua.
Ivonne Gazzoli, perché fai la volontaria?
Faccio la volontaria da tanti anni, da una vita. Prima lavoravo e dedicavo il mio tempo libero alla comunità. Ora che sono in pensione faccio ù qualcosa di più tutti i giorni. Collaboro anche con i servizi sociali soprattutto in sostegno alle persone anziane sempre bisognose di un aiuto, di attenzione e di una parola gentile.
Perché faccio la volontaria? Perché ce n’è bisogno ed è il bisogno che viene a cercarmi. E questo mi piace molto. Anche se ho una famiglia con due figli da seguire sono contenta di dedicare parte del mio tempo anche agli altri. Il Signore ci ha insegnato a donarci e a servire. Aiutiamo la comunità dove c’è bisogno.
Cosa ti motiva?
La mia motivazione viene dagli altri. Loro sono riconoscenti e io mi sento bene. Mi sento bene quanto ho donato qualcosa agli altri gratuitamente e mi rendo conto che ne hanno trovato giovamento. Alcune volte dai loro una mano e ti prendono anche il braccio.
Ma io do volentieri anche il braccio.
Come ti senti quando sei all’opera come volontario?
In effetti io vedo che mai una volta ho avuto momenti di sconforto che mi hanno portato a dire basta. Alcune volte mi dico, perché non penso un po’ a me stessa. Ma poi mi sento non gratificata e quindi riconosco che il mio volontariato da tanto anche a me. Pensare agli altri è una bella cosa. Anche nell’attività di gestione del bar parrocchiale trovo una motivazione in quanto questo spazio costituisce per gli anziani un momento di condivisione e di ascolto. Si crea un rapporto di fiducia che mi porta ad aiutare queste persone anche nelle difficoltà quotidiane.
Arrivo a sera molto stanca, ma gratificata. Tutto quello che fai è comunità.
Anche la testimonianza di Ivonne ci racconta molto dell’essere volontari, lo si capisce dall’energia e dall’entusiasmo che si sprigionano dalle sue parole. Continueremo quindi le interviste ai nostri volontari, con la convinzione che le parole di chi vive intensamente il servizio agli altri possano ispirare tanti ragazzi e ragazze dei nostri oratori e magari ispirare anche tanti giovani genitori che riprendono il cammino di fede accompagnando i loro figli nel percorso catechistico.
Alberto